Disturbo Ossessivo Compulsivo: le ossessioni

Disturbo Ossessivo Compulsivo

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è uno dei problemi psicologici più invalidanti e subdoli nel panorama della psicopatolgia. È composto da due tipologie di sintomi che si legano tra di loro in un circolo vizioso: le ossessioni e le compulsioni. In questo articolo ci occuperemo dell’aspetto ossessivo rimandando ad uno scritto successivo l’aspetto compulsivo.

Le ossessioni possono essere descritte come pensieri, impulsi o immagini ricorrenti, persistenti ed intrusivi che causano ansia e disagio marcato; nonostante la persona riconosca che tali processi di pensiero sono attivati dalla propria mente non riesce né a sopprimerli né ad evitarli. Spesso l’unica “arma” (che come vedremo si rivelerà un boomerang) che l’individuo ha per neutralizzare il pensiero sono le compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi che hanno il solo scopo di interrompere temporaneamente i pensieri ossessivi (ad esempio compiere rituali, pronunciare “parole magiche”, lavarsi decine di volte le mani, ecc). Sfortunatamente il sollievo che la persona ottiene è soltanto temporaneo, le compulsioni non fanno altro che accrescefe il problema, portando la persona ad attivare nuovi pensieri angoscianti ed incontrollabili che scatenano altri comportamenti compulsivi in un circuito patologico senza fine.

Disturbo Ossessivo Compulsivo, il meccanismo delle ossessioni

L’aspetto fondamentale del funzionamento ossessivo è il bisogno costante di mantenere il controllo; pianificare tutto fin nei minimi particolari per evitare di essere preda dell’ansia. Purtroppo il desiderio di controllare l’incontrollabile, come l’esito degli eventi futuri, porta la persona proprio a perdere il controllo di sé. Ogni qual volta si presenta un evento di difficile gestione il soggetto cortocircuita, perdendosi in uno sciame di rimuginazioni che finiscono con il paralizzarlo. Per quanto vari possano essere i contenuti e le tipologie di pensiero, il meccanismo è sempre lo stesso, il desiderio di evitare l’incertezza che innesca pensieri intrusivi e circolari senza fine.

Un esempio particolarmente frequente che rintracciamo nel Disturbo Ossessivo Compulsivo è quello della persona che cerca il ragionamento perfettamente logico; in questo caso il soggetto tenta di ricondurre qualunque evento, situazione, condizione sotto il controllo di un ragionamento logico impeccabile. Spiegare nella maniera più rigorosa aspetti che non si prestano a questo tipo di analisi, come le emozioni o gli atteggiamenti ambivalenti tipici della coppia, provoca veri e propri disastri personali e relazionali.

L’ossessivo si riconosce molto facilmente perche è sempre teso, attivo, vigile. Se inizialmente può apparire come un protettore rassicurante a cui affidarsi, una relazione più stretta ne identificherà subito le fragilità; il fatto che nella sua mente tutto debba quadrare al millimetro rende l’ossessivo inadatto al rapporto di coppia poiché costantemente autoriferito.

Strategie di soluzione

Il percorso terapeutico nel Disturbo Ossessivo Com

pulsivo può essere molto arduo e lungo, anche se la situazione deve essere considerata caso per caso. Uno dei bersagli importanti della terapia deve essere becessariamente il controllo. La persona deve lentamente ri-apprendere una gestione della realtà più fatalista e meno rigida, secondo l’adagio che per crescere, per cambiare è sempre necessaria una quota di disordine.

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