Che cosa rende le relazioni stabili? Caratteristiche di un rapporto duraturo

Bisogna avere molta esperienza della vita, molta logica, molta bontà per saper godere delle qualità dell’altro senza infastidirsi a causa dei suoi difetti

Ivan Gončarov, 1859

 

I dati ISTAT ci dicono che dal 1995 al 2010 il numero delle separazioni e dei divorzi è più che raddoppiato. Attualmente circa il 30% dei matrimoni termina con una separazione ed il 20% con un divorzio. Fiumi di inchiostro e parole sono stati versati per dare ragione di questi dati, tanto che riviste, talk show, rubriche più o meno specialistiche, parlano con insistenza martellante di crisi della coppia e dell’istituzione matrimoniale.

In questo articolo cercheremo di assumere una prospettiva diversa, domandandoci quali sono le caratteristiche di una coppia che dura nel tempo. Infatti, a dispetto di conflitti, incomprensioni, tradimenti e diffidenze, molte relazioni resistono al trascorrere degli anni, nonostante i vistosi cambiamenti del partner nel corso del tempo, sia in termini di aspetto fisico (invecchiamento), sia in rapporto ai diversi bisogni psicologici che i membri chiedono essere soddisfatti all’interno della coppia. Cerchiamo di delineare gli aspetti salienti della stabilità.

In primo luogo, è fondamentale una buona qualità della comunicazione. E’ frequente sentir dire nella pratica clinica di coppia, “Dottore non riusciamo a comunicare”. Sebbene evitare i problemi e le discussioni attraverso il silenzio possa contribuire a mantenere la “pace” nel breve periodo, a lungo termine i conflitti riemergono sotto altre forme, in modo sordo e ambiguo, contribuendo al manifestarsi di insoddisfazione e risentimento. Poiché i partner non litigano, ad osservatori esterni, possono sembrare una coppia perfetta, ma in mancanza di una reale apertura e confronto reciproco, essi finiscono per estraniarsi emotivamente. Le coppie che funzionano non litigano di meno, ma affrontano il conflitto in modo diverso, costruttivo e non accusatorio.

In secondo luogo, per un rapporto stabile è importante vivere con la percezione della normalità del conflitto. Le relazioni durature, non solo quelle di coppia, hanno problemi e scontri duraturi. L’atmosfera magica della luna di miele svanisce quando i coniugi si trovano a prendere decisioni pratiche relative a dove vivere, dove cercare lavoro, come amministrare il denaro, gestire i figli, preparare i pasti, sperimentare la sessualità. Diviene fondamentale accettare che la felicità costante è un utopia e che legarsi ad una persona per la vita significa legarsi ad una serie di problemi, nei confronti dei quali il “controllo” è impossibile.

Un’altra dimensione importante da coltivare è quella del perdono. Nel corso di un matrimonio, di una relazione a lungo termine, molte aspettative vengono disilluse e le attese che abbiamo nei confronti dell’altro frustrate. A causa di questo, talvolta le coppie costruiscono il loro rapporto sulla delusione e sul rancore, innescando un circolo vizioso di rappresaglie e richieste di risarcimento. Per ogni promessa delusa si cerca di rispondere con la stessa moneta (“Mi hai tradito! Ora tocca a me”; “Mi hai deluso! La pagherai”, ecc.) vivendo nella logica della “giustizia e del equità”. L’idea dell’equità è una delle illusioni più resistenti da scardinare e le lotte per ottenere i risarcimenti, dettate da questo pensiero, sono il terreno più comune in cui una relazione soccombe.Una prospettiva alternativa è quella di lasciar cadere la teoria dell’equa distribuzione, imparando a convivere con l’ingiustizia attraverso il perdono. Il perdono è un concetto antico, arcaico, che consente alle parti di uscire dallo scontro, per consentire l’istituzione di un rapporto nuovo, fondato più sull’oblio che sulla memoria. D’altronde il dover ricordare a tutti i costi può essere doloroso; il non poter dimenticare blocca ogni via d’uscita e possibilità di cambiamento.

Infine, una componente importante è data dalla pazienza. Nella cultura moderna i valori dell’immediatezza, della rapidità, dell’efficienza dinamica, risultano determinanti. Non siamo più abituati ad aspettare perché “Chi dorme non piglia pesci” ed “Il tempo è denaro”. Questa logica è deleteria quando parliamo di relazioni. Infatti, esse implicano attenzione, attesa, duro lavoro un cm alla volta; appunto pazienza. Il matrimonio è anche un impegno, un contratto, e sebbene oggi gli psicologi facciano un gran parlare di autonomia, indipendenza ed affetti, la mediazione e la lenta attesa sono imprescindibili per la durata di un rapporto. Avere tutto subito senza sobbarcarsi la fatica di lunghi confronti, può andare bene per gli utili aziendali. Crediamo che se l’idea dominante è correre rapidi, evitando gli obblighi, forse c’è la necessità di imparare a muoversi più leggeri, dato che, inevitabilmente, le relazioni sono anche un peso.